Controlli sui PC aziendali: informativa chiara

 

Il Garante dell aprivacy ha ribadito il suo precedente orientamento secondo cui si possono effettuare controlli sui sistemi informatici in dotazione al lavoratore solo se questi è precisamente informato.

L’azienda non può controllare il contenuto del pc di un dipendente senza averlo prima informato di questa possibilità e senza il pieno rispetto della libertà e della dignità del lavoratore. Il Garante torna a ribadirlo sul Provvedimento del 18 ottobre 2012. Il lavoratore, licenziato senza preavviso, si era rivolto sia alla magistratura ordinaria, per contestare la stessa fondatezza dell’accusa e il relativo licenziamento, sia al Garante per opporsi alle modalità con cui la società avrebbe acquisito e trattato i suoi dati. L’azienda aveva tratto i fatti posti a fondamento del licenziamento estraendo files da una cartella personale del PC portatile aziendale in occasione di un Back-Up. Dai riscontri dell’Autorità è emerso che il dipendente non era stato correttamente informato sui limiti di utilizzo del bene aziendale, né sulla possibilità che potessero essere avviate penetranti verifiche sulle informazioni contenute nel PC stesso.

Il Garante ha ribadito che il datore di lavoro può effettuare controlli mirati al fine di verificare l’effettivo e corretto adempimento della prestazione lavorativa e, se necessario, il corretto utilizzo degli strumenti di lavoro. Tale attività, però, può essere svolta solo nel rispetto della libertà e della dignità dei lavoratori e della normativa sulla protezione dei dati personali che prevede, tra l’altro che alla persona interessata debba essere sempre fornita un’idonea informativa sul possibile trattamento dei suoi dati connesso all’attività di verifica e controllo.

Il Garante ha quindi vietato alla società ogni ulteriore utilizzo dei dati personali così acquisiti. Sarà invece l’autorità giudiziaria a valutare l’utilizzabilità nel procedimento civile già in corso della documentazione acquisita agli atti.

Alla luce di questa ulteriore pronuncia, continuiamo a consigliare a tutte le azienda di adottare i provvedimenti necessari al fine di non incorrere in violazioni gravi quali, ad esempio, quelle previste dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori.