Il recupero crediti in India

L’India fa parte dei cosiddetti paesi “Brics”, dove l’economia è in espansione rispetto all’Europa (ed in particolar modo Italia, Spagna, Grecia e Portogallo), in piena crisi e recessione.
Ciò ha comportato un aumento delle relazioni commerciali con partners indiani, aumento che se da un lato ha portato benefici, dall’altro ha provocato uno sviluppo del contenzioso legato al mancato rispetto degli accordi presi.
Nel caso dovessero svilupparsi problematiche legate al mancato pagamento di somme dovute, è bene sapere quale strada intraprendere al fine di evitare intoppi, opposizioni, errori che potrebbero compromettere la riuscita dell’operazione.
Tralasciando l’esame del sistema giudiziario indiano, non di primaria importanza in questa sede, vediamo quali possono essere le azioni più adatte per raggiungere l’obiettivo sperato.
Per poter recuperare una determinata somma di denaro, secondo il codice di procedura civile indiano del 1908, risulta necessario un interesse ad agire in forza di un contratto o di una legge. Per quanto riguarda la competenza del Tribunale, bisogna far riferimento al luogo in cui l’oggetto della lite è situato( in caso di controversia immobiliare) oppure al luogo in cui la controparte ha la propria residenza o esercita la propria attività.
Tra le principali disposizioni del codice sopra menzionato, ve ne sono alcune molto interessanti che riguardano le azioni ipotecarie, secondo le quali è possibile ottenere la pronuncia di provvedimenti da parte del Tribunale con i quali disporre la decadenza dei diritti sull’immobile vantati dal debitore, la vendita o il riscatto stesso del bene in favore del creditore ricorrente.
Un aspetto da non dimenticare è che in India i procedimenti giudiziari sono piuttosto lunghi e macchinosi.
LA LEGGE DEL 1985 RELATIVA LE SOCIETA’ INDUSTRIALI CON DIFFICOLTA’ FINANZIARIE.
La disposizione normativa sopra menzionata è importante poiché potrebbe pregiudicare il tentativo di recupero crediti da parte di soggetti stranieri.
Per avere i requisiti di società industriale è necessario fabbricare e produrre beni secondo quanto definito da alcune disposizioni legislative ed avere uno o più stabilimenti. Ora, in caso di difficoltà economiche da parte di una società industriale, è possibile ricorrere al BIFR( Consiglio della Ricostruzione Industriale e Finanziaria) per richiedere interventi di finanza agevolata.
Se si valuta che vi sono i margini per salvare la società, si predisporrà un apposito programma per il rilancio economico della stessa.
Nel momento in cui si formula la richiesta al BIFR, fin quando quest’ultimo non emetterà un proprio parere, non è possibile proporre alcuna azione volta al recupero del credito, né richiedere la messa in liquidazione della società, né richiedere ed ottenere provvedimenti esecutivi.
ESECUZIONE SENTENZE STRANIERE IN INDIA
Per poter porre in esecuzione una sentenza emessa da un organo giudiziario straniero, è necessario rispettare quanto previsto dal codice di procedure civile indiano ed in particolar modo si ricorda che: a) la sentenza deve essere stata emessa da un Tribunale competente e deve essere entrata nel merito della causa; b) non devono essere state violate le norme di diritto internazionale e non deve essere stata negata l’applicabilità di una legge indiana laddove possibile; c) non devono essere state accolte domande in contrasto con disposizioni normative indiane.
Inoltre è fondamentale che la sentenza venga emessa da un Tribunale situato in uno Stato con il quale sia in vigore un accordo di collaborazione giudiziaria riguardante la procedura di riconoscimento di una sentenza straniera in India.
Purtroppo tra Italia ed India non è in vigore nessun accordo di reciprocità con la conseguenza che le sentenze emesse da Tribunali italiani non possono essere poste in esecuzione nel territorio indiano.
L’ARBITRATO E L’ESECUZIONE DI LODI ARBITRALI STRANIERI.
Attualmente in India è in vigore “l’Arbitration and Conciliation Act” del 1996, il quale, basandosi sulla “Uncitral Model Law on International Commercial Arbitration”, ha riunificato le disposizioni riguardanti l’arbitrato nazionale, l’arbitrato del commercio internazionale e l’esecuzione dei lodi arbitrali stranieri.
Tenuto presente che i procedimenti giudiziali in India possono essere molto lunghi, inserire nel contratto stipulato tra le parti una clausola con la quale si attribuisce ad una autorità arbitrale la competenza a risolvere una determinata lite, può risultare un’opzione preferibile. Nell’inserire una clausola arbitrale, le parti hanno anche la facoltà di scegliere il tipo di procedura da seguire, nonché il luogo del procedimento stesso.
Una volta trascorsi tre mesi dalla notifica, il lodo diviene vincolante per le parti, sempre che non sia stata presentata una istanza di annullamento presso l’autorità giudiziaria competente.
Per quanto riguarda i lodi nazionali, il procedimento per poterli porre in esecuzione è simile a quello delle sentenze, nel senso che bisogna fare riferimento a quanto previsto dal codice di procedura civile, una volta decorso il termine per potersi appellare oppure una volta che l’istanza di annullamento sia stata respinta dall’autorità addetta.
In riferimento agli arbitrati stranieri, sottoposti a legge di un altro paese e gestiti da organismi non ubicati nel territorio indiano, si ricorda che l’India ha aderito alla Convenzione di New York del 1958 sul “riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze arbitrali straniere” e pertanto sono perfettamente validi e possono essere posti in esecuzione.
Va posta l’attenzione su un fatto importante. Il Tribunale indiano competente può respingere la richiesta di esecuzione quando: 1) le parti non godono della capacità giuridica; 2) non siano stati notificati tutti gli atti della procedura arbitrale alla controparte, compromettendo così il diritto di impostare una opportuna difesa; 3) il lodo arbitrale va al di là dell’ambito di applicazione dell’arbitrato; 4) non sono state rispettate le leggi del paese di svolgimento dell’arbitrato e/o la Convenzione di Arbitrato, per quanto riguarda la procedura adottata e la nomina degli arbitri; 5) un determinato oggetto di una controversia non poteva essere sottoposto ad arbitrato secondo la legge indiana.
CONCLUSIONI
Sulla base delle considerazioni sopra esposte, nella negoziazione di un contratto di natura commerciale, con una controparte indiana, nella parte relativa alla risoluzione delle controversie, sarebbe opportuno inserire una clausola arbitrale, seppur maggiormente costosa, sia perché le sentenze emesse da tribunali stranieri in India non hanno alcun valore, sia perché i procedimenti giudiziari nella stessa India possono risultare molto lunghi e complicati