Cina, un mercato di opportunità e di rischi. Ma non cogliere l’opportunità è il rischio maggiore
(di Tiziana Cantoni, Responsabile Business Development, PTL-Group).
Da poco è iniziato un nuovo anno in Cina, quello del Serpente per l’esattezza, ma il governo cinese prosegue sulla strada intrapresa in passato che ha come meta il portare la Cina ad essere un mercato orientato ai consumi. Infatti se nel decennio passato lo scopo del governo era di far diventare la Cina la fabbrica del mondo, il nuovo obiettivo per il decennio 2010 – 2020 è quello di far aumentare i consumi interni. Nuove opportunità dunque per le aziende straniere, ma non solo: questa politica ha anche un grande impatto sulla capacità produttiva interna, dal momento che incentiva il sorgere di numerose e competitive aziende locali.
A confermare il fatto che il numero di aziende medio piccole cinesi è aumentato e continua ad aumentare, sono alcuni dati ufficiali: se nel 2005 le aziende nazionali private cinesi (Domestic Private Enterprises) contribuivano al PIL per un 38%, nel 2011 il loro contributo è salito al 60%; Se poi consideriamo che il piano a lungo termine del governo cinese mira a quadruplicare il PIL entro il 2025, la prospettiva per tutte le aziende, straniere e locali, si traduce con chiarezza in opportunità e competizione.
Ma se fino a pochi anni fa la superiorità tecnologica che caratterizzava le aziende straniere garantiva loro un vantaggio competitivo sulle aziende cinesi, oggi, anche per via degli ingenti investimenti messi a disposizione dal governo allo scopo di promuovere lo sviluppo tecnologico interno al Paese, questo vantaggio si riduce sempre di più. Infatti, come emerge dal 12˚ piano quinquennale, un obiettivo del Partito è di rafforzare la presenza delle aziende cinesi all’estero oltre a quello di investire ingenti risorse in ricerca e sviluppo; il governo dunque, non mira più solo ad acquisire tecnologia dagli stranieri da utilizzare in patria, ma mira a produrre tecnologia cinese da esportare all’estero. Se questi obiettivi saranno raggiunti le aziende cinesi non solo saranno in grado di fare concorrenza alle aziende straniere in suolo cinese, ma anche in casa loro.
Questo significa che le aziende straniere se vogliono tenere il passo e non cedere di fronte alla crescente competitività delle aziende locali, devono essere pronte a rivedere obiettivi e strategie. E uno degli obiettivi deve essere quello di rafforzare la presenza in Cina proprio per fronteggiare la concorrenza locale, presidiare il territorio e ritardare il più possibile l’espansione delle aziende cinesi all’estero.
Riassumendo, il mercato Cinese è un’opportunità da non perdere perché:
1.Allo stato attuale è destinato a diventare uno dei mercati dei consumi piú importanti per dimensioni e offre una valida soluzione alla crisi globale iniziata nel 2008.
2.Gli ingenti investimenti messi a disposizione dal governo cinese per le aziende locali agevolano anche le aziende straniere dal momento che anche queste possono attingervi, direttamente o indirettamente.
3.Se non si presidia il mercato cinese fronteggiando la concorrenza in loco, c’è il rischio concreto di dover fronteggiare la stessa concorrenza in casa propria.
Ma la Cina è si terra di grandi opportunità così come di grandi rischi. Molte aziende straniere hanno già avuto modo di sperimentare direttamente le anomalie del mondo Cina. Strategie di mercato diverse, una cultura degli affari peculiare, nonché l’oggettiva difficoltà di comunicazione, sono spesso risultati essere ostacoli insuperabili per molte aziende straniere.
Ma sono questi motivi sufficienti per non affrontare il mercato Cinese? Secondo noi no: i vantaggi offerti da questo superano di gran lunga gli svantaggi che si avrebbero se si decidesse di rimanerne fuori. Ed è comunque possibile limitare i rischi che il mercato cinese indubbiamente presenta. Come? Affrontandolo con decisione, perseguendo obiettivi precisi, seguendo un progetto di investimento chiaro e sfruttando l’esperienza di esperti ai quali appoggiarsi.